GIOVANI ITALIANI NEL MONDO: DALL'ARGENTINA LA STORIA DI ANALIA CALERO

Gentilezza di Fabrizio Di Benedetto.

  Ora d'inserimento: 20:36

  (9Colonne) Roma, 12 dic - Tra le tante centinaia di ragazzi che hanno animato la tre giorni della Fao c'era anche Analia Calero, ragazza argentina di 28 anni originaria della Sicilia. Laureata in economia, Analia è Direttore di Enargit (Enquentro de las nuevas generaciones de Argentinos de origen italiano), sede principale a Buenos Aires, formata da "giovani di origine italiana nati in Argentina, quasi tutti professionisti e laureati, che due anni fa hanno fondato un'associazione volontaristica per realizzare uno spazio dove noi nuove generazioni ci potessimo esprimere liberamente, al di fuori dei vecchi schemi dell'associazionismo a carattere regionale". Analia sottolinea come le nuove generazioni "ci tengono molto ad essere italiane, perché portano questo Paese nel cuore pur volendo continuare a vivere nei loro paesi di nascita" e, per quanto la riguarda la loro idea di associazionismo, afferma essere "molto diversa rispetto a quella degli immigrati di prima generazione, che spesso si rivolgevano alla patria per chiedere. Noi invece abbiamo più da offrire". Lei ha fatto parte della commissione che si è occupata del modo del lavoro, dalla quale è emersa "la proposta per realizzare un unico sito web per gli italiani all'estero nel quale mettere on line tutti i curriculum, rendendoli accessibili alle aziende, e dove vengono inserite le offerte formative: ce ne sono molte realizzate dal Ministero del Lavoro, ma spesso arrivano all'estero in modo frammentato e non tutti riescono a venirne a conoscienza". Infine Analia, per la quale "questa conferenza è un evento dalla portata storica: finalmente il governo ci ha riconosciuti in quant italiani" ritiene che le istituzioni debbano rettificare il loro modo di approcciarsi alle nostre comunità all'estero, tenendo conto dei diversi contesti. "Non si può avere un'unica politica - conclude - , perché ci sono realtà dalle caratteristiche troppo diverse tra loro per essere inquadrate come un mondo monolitico". (Clm)

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